USA (e getta)

Non sono una grandissima sostenitrice degli USA, sia come politica, sia come meta di viaggi, sia come letteratura (ho dei seri problemi con la letteratura statunitense: i loro libri di respingono!!! Anche Hemingway!), sia come cultura di massa…
Ci sono delle cose però senza le quali non riuscirei a sopravvivere: le serie tv (lo so, sono malata, ma a me piacciono tanto!!!), alcuni registi, ma soprattutto i food blog!
È indiscutibile che i food blog americani sono fatti proprio bene. Alcuni sono i miei preferiti in assoluto: ogni volta che vedo un loro nuovo post vado in brodo di giuggiole! Altri li guardo distrattamente, ma li seguo…
Spesso e volentieri le discussioni e gli argomenti che affrontano oltreoceano sono molto interessanti, approfonditi e trattati con cognizione di causa. Spesso passando da un blog all’altro arrivo a dei post che possono in qualche modo aggiungere carne al fuoco a qualche nostra piccola discussione nostrana.
È il caso di questo post, che veniva consigliato da Sam, nell’utilissimo blog Food Blog S’cool, e che aggiunge un’interessante prospettiva alla vecchia questione degli chef e del copyright sulle ricette (della quale aveva parlato anche Cenzina, in un post di qualche tempo fa). Ovviamente i riferimenti di questo post sono relativi alla legislazione americana che, suppongo, differisca da quella italiana, ma l’idea di fondo mi sembra applicabile anche nei nostri confini: si può regolamentare l’espressione letterale, la forma nella quale è scritta una ricetta, ma non il suo procedimento o esecuzione effettivi.
Tutto questo tenendo sempre conto che le foto e i testi di una ricetta, che sia essa pubblicata su un libro, una rivista o un blog, sono e DEVONO essere tutelati da un copyright e non possono essere copiati indiscriminatamente.

Che ne pensate?

P.S. Qualcuno di voi si ricorda il bellissimo programma di Rai3 sulla pubblicità made in USA che si intitolava come questo post? Inizio anni ’90, lo facevamo tipo il sabato o la domenica mattina… Era molto divertente!

3 Comments

  1. gli scribacchini

    La penso che :
    – la lista degli ingredienti e il modo di procedere è tecnica pura e non difendibile come creazione artistica. tanto è o dovrebbe essere in tutti i manuali professionali. Se ingredienti e procedimento sono segreti non si stampano, quello che viene stampato segreto non è. Tant’è che trovo molto carina l’idea di proporre menù con ricette di grandi chef. Il cliente inizia a sognare e magari anni dopo può permettersi di cenare da Adria.
    – Il modo in cui viene descritta la ricetta, la premessa e i commenti potrebbero invece benissimo rientrare nelle “opere”. na raccolta di ricette è un opera. Così come non si può stamparla finché appartiene ad un editore non la si può copiare per intero.
    – Questo non dovrebbe escludere la possibilità per chiunque e su qualsiasi mezzo di citare, con tanto di autore e editore sia chiaro, una ricetta che farà comunque da richiamo al libro o rivista che sia.
    – Trovo invece di una indicibile piccineria chi copia pari pari una ricetta su un sito per infilarla nel suo blog o copincolla un post facendolo passare per suo. Mi è capitato con una ricetta di brownies. Al mondo ce ne sono centinaia, ogni famiglia americana ha la sua e non l’avevo certo inventata io, ma la premessa era personale. Le ricette le regalo, le impressioni personali non mi dispiacerebbe che venissero rispettate.
    Al momento, altro non so. Kat

  2. cannella

    Grande, Kat! Spero che di qui sia passata già molta gente ed abbia fatto tesoro di questo post e di queste osservazioni. Baci, donne!

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